lunedì 14 novembre 2016

Louis Malle / Pretty Baby



Louis Malle
Pretty Baby
10 / 12




Nominato all'Oscar per la miglior musica (adattamento) e vincitore del Grand Prix tecnico al Festival di Cannes, il primo film americano del regista francese Louis Malle é realizzato con estrema cura, nella sceneggiatura di Polly Platt, la scenografia di Trevor Williams, la direzione artistica di James L. Berkey e soprattutto nella fotografia di Sven Nykvist, un lavoro di incredibile attenzione al dettaglio e all'uso della luce, come a ricreare quadri di dipinti dell'epoca. 

Il film cattura molto bene un tempo e un luogo: l'era del ragtime a New Orleans, nelle case di piacere di Storyville. Per tutte le persone coinvolte l'atmosfera, il comportamento, i riti del bordello erano normali. Come per la piccola Violetta, che non conosce che l'ambiente dove é nata e cresciuta. La storia è raccontata dal suo punto di vista. Il sesso come merce è qualcosa di nuovo? Il bordello é il riflesso di una società dove tutto é in vendita. Una dodicenne che ci é cresciuta lo percepisce come normale. Non potrebbe essere diversamente. La morale è questione di soldi e di soddisfazione sessuale. Le donne si prostituiscono per ottenere quello che vogliono e un futuro migliore. E 'un mondo che ha le sue regole ma in cui tutti si aiutano a vicenda. 

Il cast del film è eccellente, tutti i personaggi sono realistici. La bellissima Brooke Shields dimostra grande naturalezza ed espressività in un personaggio intelligente, curioso e petulante. La figura chiave della transizione dal ragtime a forme più libere fu il pianista Jelly Roll Morton, che appare nel film come "Il professore". Egli, che esagerava spesso, si vantava di avere inventato il jazz. Questa vanagloria e il fatto di apparire datato nell'era dello swing oscurarono in parte il suo merito di essere stato veramente uno degli ambasciatori del jazz e forse il primo a pensarlo in termini concettuali. Egli utilizzò la lezione del ragtime adottando la sincope ma emancipandola e applicandola con libertà in una invenzione ritmica con reminescenze dal blues, dalle marce, dalle danze paesane, dai balli latino-americani. Adottò le scale blues, creò un sistema di composizione e diede spazio e importanza all'improvvisazione. Egli ha fatto gran parte del suo meglio nelle notti a Storyville, dove amava godere della compagnia di magnaccia, prostitute, assassini, bari, spacciatori e mezzani di ogni tipo, svolgendo egli stesso alcune di queste attività. Il jazz fu il frutto musicale di un innesto africano ed europeo in varie regioni degli Stati Uniti. New Orleans non ne fu la madre, ma ne fu la balia, o meglio la culla. I locali di Storyville ne furono le incubatrici. Creato dal Consiglio Comunale di New Orleans il 1 ottobre 1897 per regolamentare la prostituzione sull'esempio dei Paesi Bassi e del nord della Germania, fu per venti anni fu il palcoscenico più scandaloso d'America, teatro di risse, rapine e imbrogli di ogni genere e un paradiso per le prostitute e i loro amministratori, come Tom Anderson, sindaco ufficioso della città e proprietario del principale saloon, aperto giorno e notte, l'Arlington Annex, dove lavorò Morton. Le due grandi amministratrici erano Lulu White, la “regina dei diamanti”, una mulatta delle Antille e la “Contessa” Willie Piazza. 

Nel 1910 si contavano quasi duecento case di piacere, cabarets, sale da ballo, bische, innumerevoli bettole e “scuole di ballo” con “taxy girl”. Il 12 novembre 1917 fu la fine di un'epoca. Quell'anno l'America era entrata nella Prima Guerra Mondiale. New Orleans era un porto militare e Storyville venne chiusa dal Comando della Marina degli Stati Uniti preoccupato dalle risse, dalle ruberie e persino dagli omicidi in cui venivano coinvolti o di cui restavano vittime i marinai in libera uscita. La città mise il jazz tra i panni sporchi ma intanto cominciavano a fare scalpore i musicisti che si erano trasferiti a Chicago e New York: il resto é storia. A essere subito entusiasti del jazz furono le avanguardie musicali come l'illustre direttore d'orchestra Ernest Ansermet che nel 1919 aveva definito Sidney Bechet uno di quei geni cui si deve la creazione dell'arte musicale così come oggi la conosciamo e Igor Stravinsky che nel 1918 ha riassunto tutto Scott Joplin nel suo prodigioso “Ragtime” per 11 strumenti.

Il film è basato sul saggio "Storyville" di Al Rose e sulle fotografie di Ernest J. Bellocq che ha immortalato le prostitute del quartiere a luci rosse di New Orleans. La storia d'amore tra lui e la piccola Violet narrata nel film non é storicamente nota.


YOUTUBE





Nessun commento:

Posta un commento