martedì 20 gennaio 2015

Michel Houellebecq / L'estensione del dominio della lotta / Citazioni


Michel Houellebecq 
L'estensione del dominio della lotta
  • In genere da una donna in analisi è impossibile cavare alcunché. Come ho avuto modo di constatare più volte, le sventurate che cadono in mano agli psicanalisti diventano definitivamente e letteralmente inutilizzabili. Questa conseguenza non va considerata come un effetto secondario della psicanalisi, bensì come il suo scopo principale. Con l'alibi della ricostruzione dell'io, in realtà gli psicanalisti procedono a una scandalosa demolizione dell'essere umano. Innocenza, generosità, purezza... tutto ciò viene rapidamente triturato dalle loro rozze mani. Gli psicanalisti, pinguamente remunerati, supponenti e stupidi, annientano definitivamente nei loro cosiddetti pazienti qualunque attitudine all'amore, sia mentale che fisico; in pratica si comportano da veri e propri nemici dell'umanità. Spietata scuola di egoismo, la psicanalisi sfrutta con agghiaciante cinismo le brave figliole un po' smarrite e le trasforma in ignobili bagasce dall'egocentrismo delirante, incapaci di suscitare altro che un legittimo disgusto. In nessun caso bisogna accordare la minima fiducia a una donna che sia passata per le mani degli psicanalisti. Meschinità, egoismo, arrogante ottusità, completa assenza di senso morale, cronica incapacità di amare: ecco il ritratto esaustivo di una donna "analizzata". Véronique, va detto, corrispondeva punto per punto a questa descrizione. L'ho amata quanto più ho potuto – il che significa parecchio amore.

    L'estensione del dominio della lotta, Bompiani 2009, pp. 100-101, traduzione S. Perroni
  • Lo informo che sono in depressione; lui accusa il colpo, poi si riprende. Da questo punto il dialogo si snoda in una simpatica chiacchierata di mezz'oretta, ma io so che da ora in poi tra me e lui ci sarà una specie di muro invisibile. Non mi considererà mai più come un suo pari [...] 

    L'estensione del dominio della lotta, Bompiani 2009, p. 134, traduzione S. Perroni


TRAMA


Il protagonista, trentenne programmatore con un lavoro soddisfacente in un'azienda di servizi informatici nella capitale francese, ha una vita sociale ridotta al minimo. Naturalmente di relazioni con l'altro sesso nemmeno parlarne, dopo il naufragio burrascoso dell'ultima, due anni prima. Uniche sue distrazioni, scrivere racconti morali aventi per protagonisti animali (occasione per riflessioni filosofiche di varia natura), e le sigarette, di cui è accanito consumatore. Così, quando viene a sapere che verrà inviato in missione esterna per addestrare impiegati statali all'uso di una nuova applicazione, la notizia non lo rende molto felice. A peggiorare le cose, al suo fianco si ritrova il collega Tisserand, col chiodo fisso del sesso, ma pateticamente incapace di concretizzare questa sua fissazione, a causa di doti fisiche a dir poco scadenti. I presupposti sono quindi pessimi, e dopo una prima fase senza troppe sorprese a Rouen, l'esperienza sembra interrompersi bruscamente per un problema serio di salute. Che però si rivela meno grave del previsto, ma nella tappa successiva, in Vandea, l'argine sembra cedere definitivamente. Il protagonista prova a spingere il frustrato Tisserand verso la strada dell'omicidio, come unica via di soddisfazione ai suoi desideri insoddisfatti, ottenendo un altro fallimento. Tornato a Parigi, tenta la carta della terapia sotto il controllo di uno psichiatra, con risultati non troppo soddisfacenti, tra sogni sempre più inquietanti e tentazioni di suicidio. Decide quindi di seguire il consiglio del medico, facendosi ricoverare in una clinica specializzata per i disturbi gravi, dove giunge alla conclusione che la causa della maggior parte dei problemi mentali della gente è la carenza di amore. Uscito dalla clinica, decide di soddisfare un curioso impulso che lo aveva assalito tempo prima, raggiungendo una località sperduta nella regione dell'Ardèche, che si rivelerà solo un'altra occasione persa.







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